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Dal diario di un cittadino di Sulmona il racconto del bombardamento del 30 maggio 1944 PDF Stampa E-mail

30-5 “Oggi, alle ore 12,15 mi trovavo per caso in Seminario (ero uscito per recarmi in comune), quando uno scoppio di bomba richiama i giovani attorno al portone. Aerei cacciabombardieri operano sulla città. Altre bombe cadono. Fumo esce verso il quadrivio e altrove. Mentre guardo un aereo scende in picchiata verso il Seminario proveniente dal Corso. Comprendo subito che è per noi. Infatti, l’aereo si risolleva e distinguo esattamente la bomba che comprendo cade nei pressi. Infatti, non faccio in tempo a gettarmi a terra che lo scoppio terrificante è già accaduto.

 

Preoccupati corriamo io e Remo e Zauzich, internamente, a casa. Nulla più! Gli aerei (4) si allontanano verso nord ovest. Immediatamente esco e mi reco sui posti colpiti. La bomba quaggiù è caduta sulle rovine di Marconi. Crivellò con le schegge i palazzi attorno, ma vittime feriti. Più su un’altra bomba ha colpito la Posta. L’entrata dal portone. Qui la catastrofe. Grida, pianti; morti fatti a pezzi e feriti. Ancora più su: sul palazzo Pelino (Colacicchi) è caduta un’altra. Tutto l’angolo è crollato. Qui il numero dei morti è stato elevato benché vari si siano salvati sotto il bancone del negozio. Altre, spezzoni, in mezzo alla piazza, le cui schegge hanno ucciso molte persone e ferite altre. Una giovane ha avuto la mano frantumata e le dita erano piene di sangue. E’ morta. Altri spezzoni nel cortile di Santa Chiara (Comune) e entro l’Ufficio del registro. Niente vittime. Altri ancora sul palazzo Pelini vicino S. Caterina e in mezzo alla viuzza che dal Pacifico porta alla piazza. Vittime e feriti pure qui. Strazio generale. Mi sentivo avvilito e prostrato. Solo il silenzio poteva esprimere tutto il dolore di quegli istanti. Fili elettrici spezzati. Pali crollati, rovine dappertutto. Mi recai il giorno seguente in sala mortuaria ove spettacoli macabri mi colpirono. Oltre a molte casse già chiuse o aperte e a cadaveri illesi o solo con i volti violetti e contorti, ammassati uno sull’altro, tutti sporchi, come di legno, rimpiccioliti, facevano ribrezzo, corpi straziati di varie persone nude senza testa o con solo mento; con le spalle spezzate e le gambe frantumate, irriconoscibili, corpicini di bimbi figuravano fra gli altri. ……… Raffiche di mitragliatrice hanno accompagnato gli spezzoni da Porta Napoli alla Villa. Anche in Seminario (cortile interno) buche si sono prodotte e bossoli ho io raccolto con varie schegge. Noi ancora miracolosamente salvi. ………”

 


 

 


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