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Associazione Nazionale "Brigata Maiella"

MEDAGLIA D'ORO AL Valor Militare

Sezione SULMONA - VALLE PELIGNA

Sede Nazionale: via Viaggi,4 Chieti  -  Sito autonomamente gestito dalla Sez. di Sulmona-Valle Peligna


Biografie
Natale 1944 Stampa E-mail

Il 24 dicembre 1944 i Patrioti della Maiella lasciano Brisighella, diretti a Modigliana, per un periodo di avvicendamento.  Sono laceri, sporchi, debilitati. I cittadini di Brisighella, non sono entusiasti del trasferimento; temono l’arresto della linea del fronte e ciò, infatti, si verificherà.

Si viaggia sui cassoni dei camion che, fra neve e impantanamenti nel fango, faticano a raggiungere la meta.  Si procede slittando, a volte spingendo, spalando fango, zeppando le ruote, spalando la neve che continua a cadere copiosa.

L’arrivo a Modigliana riserva la sorpresa che non sono stati approntati ricoveri per i maiellini.  I cassoni dei camion, stipati di uomini e mezzi, servono anche da ricovero per la notte.               (N.d.r.)

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“Era comunque Natale ed eravamo contenti se non altro di essere ancora vivi. Pensavo alla mia famiglia, a mia madre e alle mie sorelle, specialmente alla più piccola. Mi faceva una grande tenerezza, aveva solo poco più di tre anni.

Non avevamo una caserma dove essere alloggiati. Eravamo ospitati,  a gruppi di due o tre, presso famiglie. Ci organizzammo, mettendo in comune le nostre razioni con il loro cibo, come se fossimo un’unica famiglia, quella famiglia che mancava a tutti noi.

Subito dopo il natale, a Modigliana arrivarono i polacchi con una speciale attrezzatura per la doccia e gli strumenti per la sterilizzazione dei nostri indumenti.

Ci riunirono nei locali di una scuola elementare e ci dissero di fare un pacco con gli abiti, segnandoci sopra il nostro nome, perché, dopo la sterilizzazione, li avremmo indossati di nuovo.

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DOMENICO (GIAN DOMENICO) ROSATONE Stampa E-mail

“FRANGAR, NON FLECTAR” andrò in pezzi, ma non mi piegherò

 

 

Domenico Rosatone di Salvatore e di Giovannucci Luisa, è nato a Prezza il 28 ottobre 19091.

Domenico aggiungerà nella giovinezza Gian, come nome di battaglia e successivamente pseudonimo nell’attività di scrittore e giornalista, in onore e a ricordo di suo zio Giovanni, giovane intrepido e volitivo, dotto in teologia e appassionato della musica che morì in America, al quale la madre lo assomigliava.

Domenico, pur sveglio e intelligente non ebbe la possibilità di andare oltre la scuola elementare e fu costretto a studiare in ogni modo, occasione e luogo come autodidatta dandosi una vasta e profonda cultura; egli, vivace, esuberante e poco incline ai compromessi, manifestò da giovane età le sue idee libertarie.

Dal circolo fascista “Presidium” di Prezza, costituito nel 1926, Rosatone venne definito “elemento turbolente”, dopo che, inizialmente, gli era stata consentita la frequenza pur senza essere iscritto al Partito Fascista; ma l’incompatibilità tra le idee di Gian Domenico e quelle allora dominanti fu assoluta al punto che nel 1928 avvenne il primo scontro fisico tra lui  e i suoi fidati amici e gli altri legati all’ideologia fascista, tanto che intervennero i carabinieri diffidandolo e vietandogli di svolgere alcuna attività politica e sociale.

Gian Domenico non si spaventò e, consapevole delle difficoltà che in futuro avrebbe avuto, si dedicò allo studio e all’attività manuale coltivando i terreni del padre; ma lo spirito ribelle, in lui connaturato, venne ancor più corroborato e rafforzato: egli era nato per la libertà di pensiero e di espressione, e, quindi, lo sbocco naturale fu quello di cospirare contro coloro che avevano soppresso quei valori.    

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TROILO ETTORE Stampa E-mail

 
Mario Tradardi Stampa E-mail

 
TROILO DOMENICO Stampa E-mail

Nato a Gessopalena (Chieti) il 22 aprile 1922, deceduto a Lanciano (Chieti) l’11 aprile 2007, laureato in sociologia, Medaglia d’argento al valor militare.

Militare di leva nell’Aeronautica, dopo due anni trascorsi in Tunisia, Troilo l’8 settembre del 1943 si trovava in servizio in provincia di Torino, a Venaria Reale. All’annuncio dell’armistizio, dopo un viaggio fortunoso, riuscì a tornare al suo paese. Vi rimase alcune settimane sino a quando, era il 4 di dicembre, le SS tedesche gli uccisero barbaramente la madre, massacrata insieme con altri civili inermi. Da quel momento il giovane, datosi alla macchia, passò alla resistenza armata organizzando azioni di sabotaggio, cooperando con un gruppo di patrioti abruzzesi che operavano al comando di ufficiali polacchi e infine, giunti gli Alleati a Casoli, ricevette da questi l’incarico di vice comandante del Corpo Volontari della Majella, organizzato e guidato da Ettore Troilo.

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Ricordo di Guido Di Cosmo, combattente della banda Palombaro e della Brigata Maiella Stampa E-mail

 Affido il ricordo di Guido Di Cosmo alla trascrizione integrale dell'intervista che mi concesse il 2 settembre 2006, come contributo alla mia ricerca storica su I Martiri partigiani di Chieti. Storia memoria rimozione,che caldeggiò e sostenne come presidente del Comitato provinciale e regionale dell'ANPI. Era la prima intervista che accettava di fare, per raccontare, tornando molto indietro con la memoria (nel 1943 aveva 18 anni), la sua coraggiosa partecipazione alla Resistenza. Lo ha fatto a cuore aperto e con mente libera da autocensure, rispondendo con franchezza anche a qualche domanda scomoda. Ha perfino ammesso di aver fatto, in fuga da Chieti per non essere catturato dalla banda Fioresi, un'errata scelta di campo, per breve tempo, prima di arruolarsi nella Brigata Maiella, incurante del pericolo che tale confessione avrebbe potuto offuscare la sua immagine di patriota e mettere in dubbio la legittimità della sua nomina a dirigente dell'ANPI e della  “Maiella”.

     Una sincerità non comune, che lo onora.

(Filippo Paziente, storico)

 

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