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2 Giugno Festa della Repubblica Italiana: l’obiettivo di rinascita democratica della Brigata Maiella PDF Stampa E-mail

SULMONA – Il 2 giugno 2011 si celebrano i 65 anni della costituzione della Repubblica Italiana, avvenuta con il pronunciamento degli Italiani, e per la prima volta dall’Unità d’Italia -è bene ricordarlo- anche delle Italiane, in un referendum popolare a suffragio universale il 2 giugno 1946. La Repubblica fu voluta e votata dalla maggioranza degli elettori che tornavano ad esprimersi nelle urne dopo venti anni di dittatura fascista avallata dalla monarchia dei Savoia.

 

E tra i primi sostenitori e fautori della Repubblica Italiana, tanto da averla posta ad obiettivo politico delle loro azioni militari, ci sono i patrioti della Brigata Maiella che durante la loro lotta di resistenza all’oppressione nazi-fascista, pur inquadrati nel ricostituito (e ancora monarchico) Esercito Italiano, rifiutano il giuramento di fedeltà al Re e al suo Luogotenente Principe Umberto. Al contrario, nelle adunanze ufficiali, essi esclamano “Viva l’Italia!” oppure ancora “Viva Troilo!” celebrando così la loro fede nel loro comandante Ettore Troilo, democraticamente accettato nel ruolo di guida dai suoi commilitoni. Perché Repubblica, dunque? Innanzitutto, per restituire al popolo italiano la piena sovranità del proprio destino nell’edificazione di un nuovo Stato democratico dove la partecipazione di tutti i cittadini avvenisse su un piano di parità di diritti tanto nelle condizioni di partenza, senza più distinzione di ceto sociale o di censo, quanto in quelle di successiva affermazione personale, da conseguirsi attraverso il merito e non il privilegio dato dalla nascita. “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” recita infatti l’art.1 della nostra Costituzione repubblicana, nulla di paragonabile alla natura ottriata (dal francese octroyée: concessa dal sovrano) del sabaudo Statuto Albertino che appunto era una concessione di un Sovrano verso i suoi sudditi. E la Brigata Maiella può ben vantare la coerenza anticipatrice di essere stata essa stessa, nelle dinamiche di funzionamento interno, una piccola “repubblica” composta da cittadini eguali, come ricordano le parole di uno dei patrioti “maiellini” il chietino Luigi Pantalone: “Il grande merito del comandante Troilo fu quello di essere sempre un vero democratico con i suoi partigiani. Pur essendo socialista (o, forse, appunto perché socialista), egli non volle aggregare a nessun determinato partito politico la sua Brigata, in cui convissero ed operarono con rispetto e lealtà reciproci liberali, socialisti, democristiani, comunisti e repubblicani”. Democrazia, Partecipazione e Repubblica sono quindi le fondamenta per la rinascita dell’Italia secondo i patrioti della Maiella; e se oggi celebriamo il nostro Stato, democratico e repubblicano, se oggi siamo cittadini e non sudditi “anche a loro dobbiamo la nostra libertà, la nostra riconquistata dignità di uomini“ come più volte il patriota Luigi Pantalone ha voluto che fosse riconosciuto ai suoi fratelli della Maiella.

Devis Di Cioccio – Ufficio Stampa Sezione SVP Associazione Nazionale Brigata Maiella

(foto: Milano 1946 Enrico De Nicola e Ettore Troilo)



 

 


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