#raccontaMIracconto di Andrea Iannamorelli con Pino Greco Stampa
Smemoranda Sulmona

Andrea Iannamorelli e Pino Greco, compagni di classe a Sulmona, fin dal liceo, accomunati dal destino di essere dirigenti scolastici, l’uno a Sulmona, l’altro a Brescia, dopo una vita fatta di continua comunione di interessi, ricollegati dai social network, hanno stabilito di raccogliere “storie” che nel tempo, li hanno visti protagonisti.

 

Lo scrittore Giovanni D’Alessandro ha voluto curare la prefazione di questa piacevole anfibologia nella quale i due “si” raccontano e, raccontandosi, raccontano anni di questo pezzo d’Abruzzo (da Sulmona a Bussi, a Chieti, a Roma…..).

Si tratta di 19 racconti di Andrea Iannamorelli, (alcuni recenti ed inediti, altri già pubblicati tra il ’76 ed il ’77, scelti dall’autore, perché ancora attuali) cui si aggiungono sei “lettere” di Pino Greco inviate a Iannamorelli via fb.

Gli argomenti riguardano tutti Sulmona e la Valle Peligna e coprono un arco temporale che va dagli anni sessanta ai giorni nostri.

 

Il libro che nasce da una citazione di Gabriel Garcia Marquez (“la vita non è quella che hai vissuto, ma quella che ricordi. E come te la ricordi per poterla raccontare”) è dedicato a Cleto Pòlcina, gallerista, critico d’arte, editore, “un amico che ha avuto tanto dalla vita, ma non il tempo di raccontarla”, originario di Bussi Officina che, dopo il diploma al Liceo Scientifico di Sulmona, si è trasferito a Roma affermandosi nel mondo del mercato dell’arte a livello internazionale, deceduto nel 1993, a soli 46anni. Molti lo ricordano ancora con affetto.

 

La raccolta di racconti è articolata in sezioni: uomini e storie; altri tempi; cronache di provincia; c’erano, una volta; taggando il passato.

Il libro di 208 pagine, edito ad Ortona da Menabò-D’Abruzzo, in vendita nelle migliori librerie abruzzesi a 15,00€, disponibile sul web, è stato letto da Franco Cercone (della deputazione abruzzese di Storia patria) e da Franco Avallone (giornalista) i quali ne commenteranno alcune sezioni. E’ atteso un video messaggio di Paolo Macry (docente di storia contemporanea dell’Università di Napoli), compagno di classe, ai tempi del liceo, degli autori.