SULMONA, 1 NOVEMBRE 2014: fra Storia, Memoria e Folklore Stampa

Non sapevo che Sulmona custodisse un Sacrario Militare, in zona Badia; ritenevo che la chiesa di “S. Maria degli Angeli “ fosse dedicata alla memoria dei Caduti, ma le caratteristiche architettoniche e altri elementi di varia natura, non ultimo lo stato di abbandono in cui fino a poco tempo fa versava, non la facessero assurgere a un così alto rango. Dovrò colmare le mie lacune sulla storia dei monumenti della mia città. Dovrò, altresì, studiare se il recinto della su citata chiesa goda del privilegio dell’extraterritorialità e, in tal caso, se sia proprietà della Chiesa o di un qualche reame in esilio.

 

Cerco qualche immagine della cerimonia del primo novembre e visualizzo:

una chiesa presidiata da “Guardia d’Onore”, un plateatico occupato da vessilli e labari di alcune Associazioni combattentistiche, un recinto su cui campeggia il vessillo sabaudo. Sul tutto svetta la Bandiera della Repubblica.

Voglio sperare che a quest’ultima siano stati resi gli onori, da parte di TUTTI, specialmente in una cerimonia dedicata alla “MEMORIA DI TUTTI I CADUTI” .

Forse la precisazione è superflua ma, considerati i commenti che ho avuto modo di sentire, necessaria per alcuni nostalgici o male informati.

La storia della nostra Patria è costellata da pagine luminose e pagine che vorremmo non aver mai lette. Se il lavoro della “Guardia d’Onore del Pantheon” mira alla divulgazione e alla salvaguardia storica del nostro patrimonio culturale, tutto il mio apprezzamento per l’opera che svolge; tuttavia, l’ostentazione dello stemma sabaudo in una cerimonia pubblica non mi pare accettabile. Se in alcuni momenti del nostro passato è stato simbolo dell’unità nazionale, in altri momenti si è coperto di ignominia. È difficile dimenticare il comportamento del nostro monarca in seguito alla pretesa “marcia su Roma”, in occasione delle varie conquiste imperiali, all’atto della firma delle leggi razziali e, nel fatidico 8 settembre 1943. 

Penso che il giudizio su casa Savoia l’abbia dato la storia; nel rispetto di questa, sarebbe preferibile lasciare la bandiera sabauda chiusa in una  teca, quale reperto storico, e non ostentarla nelle occasioni deputate ai tristi ricordi e alla riflessione. Se crediamo alla sacralità di alcune cerimonie, non basta far celebrare una messa. Riesumare e glorificare alcuni fantasmi del passato può renderci istrionici e folcloristici.

                                                                                                                 M.D.