LETTERA DI GILBERTO MALVESTUTO ALLE POPOLAZIONI TERREMOTATE DELL’EMILIA ROMAGNA Stampa

Carissimi,

in questi giorni particolarmente dolorosi per il terrificante terremoto che dal 20 maggio scorso sta sconvolgendo l’Emilia Romagna procurando vittime e distruzioni a quella terra generosa e feconda, la mia memoria storica mi porta al mattino di quel lontano 21 aprile del 1945, quando, con le Sezioni mitraglieri della Compagnia Pesante della Brigata Majella al mio comando, entrai a Bologna, tra le primissime truppe liberatrici alleate, insieme ai fucilieri della prima Compagnia agli ordini del sottotenente Laudadio.
Una enorme folla di cittadini ci accolse osannante perché era terminato per loro l’incubo che toglieva il respiro, di una terribile occupazione nazifascista che, nella città felsinea, aveva seminato terrore e morte.
Ancora oggi, nel lago dei miei ricordi di quel tempo ormai lontano, rivedo il restante territorio emiliano, al di là del fiume Reno, che fu anche teatro della nostra attività bellica successiva alla liberazione di Bologna: un territorio anch’esso violentato e martoriato durante la Resistenza da un nemico che, rinnegando le più elementari leggi dell’umanità, vi trucidò donne, vecchi e bambini innocenti.

 

Siamo tornati più volte come reduci della “Majella” a Brisighella, a Marzabotto, a Bologna e in altre località collegate alla nostra storia di liberazione, per tuffarci sempre nel calore e nella cordialità di quelle meravigliose genti emiliane-romagnole, in cui ha sempre palpitato un’anima generosa, un cuore aperto a ogni esigenza di pace, di progresso, di giustizia.
E oggi, dopo ben 67 anni dal suo ritorno alla libertà democratica, riconquistata a caro prezzo con la fine della 2^ Guerra Mondiale e l’avvento della Repubblica democratica, il 20 maggio scorso la Regione dell’Emilia Romagna è stata sconvolta da un’altra sciagura. Un terribile sisma devastante – da allora sempre attivo – ha distrutto interi paesi, villaggi, contrade, con le vittime che ora sono ben diciassette e i profughi oltre 15 mila.
E tutte le strade sono intasate, quelle strade che un giorno lontano forse noi percorremmo tra il rombo del cannone e il crepitio delle mitraglie. Sono momenti allucinanti che la Regione tanto sfortunata, oggi vive.
Nel clima di profonda crisi sociale ed economica che il nostro Paese oggi attraversa, quel terremoto che ha sconvolto una delle Regioni più belle e rigogliose della Penisola, ha reso più cupo e malinconico lo scenario di una realtà nuova che la memoria storica della generazione presente non vuole, né può accettare.
In questi momenti di grande amarezza che accompagna ormai le popolazioni colpite dall’immane tragedia, anche a nome dei pochi reduci superstiti della Brigata Majella, decorata di medaglia d’Oro al Valor Militare, sento di dover esprimere i sensi più profondi della nostra umana vicinanza a quanti soffrono l’allucinante momento in cui avvertono la perdita irreparabile dei propri beni materiali, degli affetti familiari, della propria casa, del proprio lavoro.
E ancora oggi, mi sento molto, con gli occhi umidi, di riaffermare la nostra sincera testimonianza di affetto a Voi, cittadini della generosa terra dell’Emilia Romagna, anche perché a Voi siamo uniti dalla comune lotta per la Libertà svolta sui vostri Monti innevati e nelle vostre Valli, bagnate dal sangue nobile di ben 24 patrioti della leggendaria Brigata Majella, caduti in combattimento contro i nazifascisti, su quel territorio oggi sconvolto da una immane sciagura.

A Voi, cittadini tutti della Regione emilio-romagnola, il nostro affettuoso, ideale abbraccio.

(Gilberto Malvestuto)
già Tenente Comandante dei Mitraglieri della Brigata Majella