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Wladimiro Putaturo non è più tra noi PDF Stampa E-mail

Il 10 u.s. è deceduto presso l’Ospedale di Castel di Sangro l’ex Patriota Wladimiro Putaturo, classe 1926, che nel settembre 1944 si arruolò nelle file della gloriosa Brigata Maiella, unitamente agli oltre quattrocento cittadini della Valle Peligna, che combatteva contro i nazifascisti per la liberazione dell’Italia. Wladimiro, che si definiva partigiano della prima ora, perché dopo l’8 settembre 1943, a soli diciassette anni, fece parte di pattuglie partigiane sabotatrici che tagliavano linee telegrafiche e telefoniche, e prelevavano e nascondevano armi e munizioni ai tedeschi. Anticlericale e comunista praticante, era aperto al dialogo con tutti senza preclusioni politiche o religiose ma mantenendosi sempre fedele alle sue idee: esempio di coerenza e correttezza civile, oggi piuttosto rara. Questo era Wladimiro Putaturo e noi così lo vogliamo ricordare.
 

Ricordo di Wladimiro Putaturo

a cura del Dr. Carlo Fiocca

 

Quanto è triste doversi avvicinare ad un microfono per salutare per l’ultima volta un amico!

Wladimiro, l’uomo dalle cento battaglie, combattute a cominciare da quelle sofferte nel Gruppo dei Patrioti della Brigata Maiella e, passando per le file del Partito Comunista, come Sindaco negli anni ‘94/‘95 e consigliere nella Comunità Montana, giungere a misurarsi come Presidente della ULSS.

Un altro personaggio della nostra Castello, che se ne va!

È doveroso citare le testuali parole del decreto, con cui il nostro Wladimiro fu insignito della Croce al valore militare. Lo stesso ambito onore fu tributato ad altri tre ventenni: Lucio Berardinelli, Giacomino Santostefano e Gino Dalò. Non va dimenticato il sacrificio della giovanissima vita di Amilcare Perpetua, caduto in battaglia ed insignito della stessa onorificenza dal Governo Polacco.

La motivazione della decorazione conferita a Wladimiro, da Umberto di Savoia - Principe di Piemonte - testualmente recita:

“Patriota volontario, ha partecipato alla eroica lotta, che il Gruppo della Brigata Maiella ha sostenuto contro i tedeschi dal dicembre 1943 al febbraio 1945. Ha dimostrato costante spirito di sacrificio e superbo slancio in ogni occasione, distinguendosi particolarmente per ardimento e sprezzo del pericolo in cruente azioni.” Lo si è visto sempre in prima linea in tutte le occasioni politiche e non, ma con un vero contenuto sociale.

Nei suoi innumerevoli interventi c’era sempre un “ma” su quanto altri avevano affermato; un parere contrario, ma sostenuto unicamente dalla intenzione di costruire. È stato anche Presidente dei Comitato di Gestione della ULSS, di cui ero dipendente. Altre battaglie pure là dentro! Perché si comprenda in pieno la poliedrica sua personalità, cito un episodio avvenuto in occasione di uno sciopero dì tutti i dipendenti dell’Ente. In tanti eravamo riuniti in una sala a preparare gli striscioni da esporre il giorno della manifestazione sindacale. Si contestava la Dirigenza della ULSS e lui ne era il Presidente. Entrò nella sala predetta e, dopo aver osservato come si cercava di preparare i manifesti, con voce perentoria disse:

“Non si fa così. Datemi un pennarello.”

Ci insegnò in fondo come si conduceva una battaglia sindacale.

Ho detto tutto questo per rendergli ancora onore, ma principalmente perché i giovani non si stanchino di lottare, sotto la bandiera, simbolo di tutti i valori morali e civili, che vanno, man mano, scomparendo.

 


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