CERIMONIA COMMEMORATIVA PER IL 74° anniversario della BATTAGLIA di PIZZOFERRATO Stampa
Martedì 06 Febbraio 2018 13:14

Dopo un breve discorso del sindaco di Pacentro, Guido Angelilli, sulla seconda guerra mondiale , sulle leggi razziali promosse dal regime fascista ; ha elogiato le gesta della Brigata Maiella nella battaglia di Pizzoferrato nella quale ha perso la vita il patriota Mario Silvestri di Pacentro. In seguito ha preso la parola il Presidente della Associazione Nazionale Brigata Maiella sez. di Sulmona e valle Peligna Giuseppe Di Iorio facendo una sintesi della Nascita della Brigata Maiella. Così ricorda. La zona dove nacque la “Brigata Maiella” è situata nell’alto chietino, tra i fiumi Sangro e Aventino, dominata dalla imponente massa pietrosa della Maiella. Ne fu promotore Ettore Troilo, un avvocato socialista nato a Torricella Peligna (Chieti).

Troilo raggiunge l’Abruzzo a fine settembre 1943. Il crollo del nazifascismo del 1943 riservò all’Abruzzo una sorte , drammatica ed infelice. La linea del fronte si stabilizzò per parecchi mesi lungo il Sangro e l’Aventino, tagliando a mezzo la regione con una lunga fascia di “terra bruciata”. E’ qui che si manifestano le prime spontanee resistenze popolari; ed è qui, su questo substrato, che si organizza —vincendo le resistenze alleate— la formazione “Brigata Maiella” tra il dicembre 1943 e il gennaio 1944. L’eco delle attività della Brigata Maiella giunse nel febbraio 1944 allo Stato Maggiore dell’Esercito Italiano di stanza a Brindisi, impressionando molto favorevolmente i circoli politici e militari tanto che il Maresciallo Messe convocò il suo comandante. Dato il carattere spontaneo e popolare della sua formazione e la sua ispirazione nettamente repubblicana, l’Avv. Ettore Troilo chiese ed ottenne che la “Brigata Maiella” -unico esempio di gruppo partigiano regolarmente organizzato - potesse operare fuori del territorio nel quale si era formato ed entrasse alle dipendenze dell’Esercito Italiano ai soli effetti amministrativi e dei comandi alleati per il suo impiego strategico, nonché restasse assolutamente autonoma per ogni questione attinente alla sua forza, alla organizzazione interna, alla disciplina di guerra.

La “Brigata Maiella”, non si sciolse una volta liberata la propria regione, ma proseguì sino alla fine la Guerra di Liberazione, a fianco del Corpo Italiano di Liberazione, della Divisione Paracadutisti della “Nembo” e degli Alleati. Nei quindici mesi di aspra lotta sostenuta contro l’invasore tedesco, ha dato largo e generoso contributo di sangue per il riscatto dell’onore e della libertà d’Italia. Vogliamo ricordare soltanto le principali località dove furono combattute le battaglie più cruente: Civitella a Selva, Pizzoferrato, Lama dei Peligni e, Cingoli, Poggio San Marcello, Montecarotto , Pesaro, Montecastellaccio, Brisighella, Monte Mauro, Monte della Volte e Senio. Fu, inoltre, tra le primissime truppe liberatrici, all’alba del 21 aprile a Bologna e il primo maggio 1945 ad Asiago. 55 caduti, 131 feriti di cui 36 mutilati, 15 medaglie d’argento, 43 medaglie di bronzo e 144 croci ai v.n. testimoniano e rappresentano il tributo offerto dalla “Brigata Maiella” alla grande causa della libertà. La “Brigata Maiella”, che aveva raggiunto la forza massima di millecinquecento unità, si sciolse a Brisighella, in Romagna, il 15 luglio 1945, ricevendo parole di elogio dai Comandanti della VIII^ Armata Britannica, del II^ Corpo Polacco e dal Presidente del Consiglio Ferruccio Parri. Sulla strada che unisce Palena a Taranta dei Peligni e Lama dei Peligni, in provincia di Chieti, ad una altezza media di sette/ottocento metri del gran dorso pietroso della “Maiella”, su uno sperone di roccia che sembra sospeso sull’abisso, sorge una piccola cappella di pietra: è il sacrario dedicato ai caduti, l’ultima promessa mantenuta dall’Avv. Troilo per ricordare ed onorare i suoi partigiani.