UN PEZZO DI STORIA DEL TERRITORIO VA A TROVARE GLI ALUNNI DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “G. TEDESCHI” DI PRATOLA PELIGNA Stampa

 

«La libertà va amata e, se necessario, difesa»: queste le parole con cui Ennio Pantaleo ha concluso il suo intervento, parlando agli alunni della Scuola secondaria di Primo grado “G. Tedeschi” di Pratola Peligna.

Nelle giornate del 20 e 27 marzo l’Associazione Nazionale Brigata Maiellasezione Sulmona - Valle Peligna ha incontrato i ragazzi delle classi terze della scuola, nell’ambito di un’iniziativa avente lo scopo di promuovere la conoscenza della storica formazione resistente abruzzese, tra le giovani generazioni del territorio.

 

A una breve introduzione delle cause che condussero allo scoppio della seconda guerra mondiale e degli avvenimenti che la caratterizzarono, oggetto del programma di studi del terzo anno,  è seguita la visione di un filmato incentrato sull’attività della Brigata Maiella, a partire dall’incontro del suo fondatore, Ettore Troilo, con il Maggiore inglese Lionel Wigram, fino allo scioglimento della formazione, avvenuto con cerimonia solenne, il 15 luglio 1945, a Brisighella. I membri dell’Associazione hanno posto l’accento sull’importante ruolo giocato dai giovani abruzzesi nella liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo e del grande apporto di uomini fornito dalla Valle Peligna al gruppo della Maiella.

 

      

Il Dirigente Scolastico Prof. Raffaele Santini, facendo riferimento ai tanti uomini di ogni estrazione sociale che lasciarono le loro case e i loro impieghi per unirsi alla Resistenza, come il giovane maestro pacentrano Mario Silvestri, caduto nella battaglia di Pizzoferrato, ha sottolineato la straordinarietà dell’evento e ha invitato i ragazzi a fare tesoro di questa esperienza, per poterla ricordare in futuro.

I giovani quattordicenni hanno potuto ascoltare dalla viva voce di Pantaleo il racconto della sua vita di bambino durante il fascismo e dei mesi vissuti da giovane recluta della Brigata Maiella, nel periodo della Resistenza.

All’epoca del suo ingresso nella formazione abruzzese, Pantaleo aveva la stessa età dei suoi uditori (dichiarò, mentendo, di avere 18 anni pur di farne parte), che immedesimandosi nei suoi racconti, sono rimasti molto colpiti dal suo coraggio e dalla sua determinazione.

Furono il desiderio di riscattarsi da un’infanzia trascorsa da “figlio di sovversivo” (il padre, ferroviere socialista, aveva partecipato a uno sciopero), che lo aveva sempre visto emarginato dalle attività e dai giochi che coinvolgevano i suoi coetanei e la volontà di onorare la memoria del padre, scomparso prematuramente nell’agosto del ’44, a far maturare in lui la decisione di scappare di casa per raggiungere i ragazzi della Maiella, impegnati a Recanati dopo la liberazione dell’Abruzzo.

Pantaleo ha dichiarato di aver inizialmente abbracciato la Resistenza spinto da sentimenti umani quali la rabbia e il risentimento nei confronti dei parenti, che lo volevano capofamiglia a 14 anni, del Re, che aveva abbandonato il suo popolo nelle mani dei tedeschi dopo l’8 settembre ‘43, dei nazisti, che avevano terrorizzato il territorio e dei fascisti ritenuti, dal giovane Ennio, responsabili della vessazioni subite dal padre.

Ha aggiunto, tuttavia, di aver scoperto in breve tempo, impegnandosi nella Brigata Maiella, che questi sentimenti si erano inseriti in un disegno più grande. Col suo sacrificio non stava agendo più per soddisfare un fine individuale, ma aveva sposato, inconsapevolmente prima e consciamente poi, una causa più importante: quella della Libertà di un intero popolo. La Libertà dell’amata Patria.

L’affascinante e dolorosa storia di Pantaleo ha emozionato gli alunni, che hanno dato vita con sensibilità, curiosità e spirito critico a un interessante dibattito.

Nei giorni successivi agli incontri, i ragazzi della “Tedeschi” hanno voluto fermare su carta le impressioni e i sentimenti che la conoscenza di Ennio Pantaleo e della storia della Brigata Maiella hanno suscitato in loro. L’Associazione li ringrazia di cuore ed è onorata di riportare su questo sito i loro scritti, che non solo rendono giustizia alla gloriosa formazione resistente abruzzese, ma permettono ai giovani che morirono per difendere la libertà di continuare a vivere nel tempo.

Si ringraziano il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “G.Tedeschi” di Pratola Peligna Prof. Raffaele Santini, gli insegnanti Carla Bisca, Letizia Brunetti, Asteria Sacchetta, Stefano Terracciano e Agostino Paolantonio che, con la loro collaborazione, hanno reso possibile l’iniziativa, il Presidente dell’Associazione Nazionale Brigata MaiellaSezione Valle Peligna Giuseppe Di Iorio, il socio fondatore Mario Di Salvo, Ezio Liberatore per la fotografia e Ennio Pantaleo per la sua testimonianza preziosa e la sua presenza speciale.

Buon 70° anniversario della Liberazione d’Italia a tutti.

Alba Liberatore

 


 

COS’È STATO PER NOI, RAGAZZI DELLA III B, INCONTRARE IL SIGNOR PANTALEO, IL PARTIGIANO DELLA BRIGATA MAIELLA.

 

 

Il giorno venerdì venti marzo, noi ragazzi della III B abbiamo avuto l’occasione di incontrare Ennio Pantaleo, ex partigiano della Brigata Maiella e ognuno di noi ha espresso la sua opinione su questa esperienza.

Per noi è stato molto bello ed emozionante incontrarlo; ogni sua parola ci è entrata nel cuore. Abbiamo conosciuto un vero e proprio eroe, che per liberare la sua Patria dall’occupazione nazifascista ha sacrificato l’adolescenza. Noi ci riteniamo fortunati per aver potuto ascoltare dalla viva voce del protagonista come si viveva durante il periodo fascista. Dopo aver ascoltato il suo racconto, ci siamo resi conto che queste cose non succedono solo nei film: ognuno di noi può essere un eroe.

Ci sono molti episodi della sua vita durante il fascismo che hanno toccato la nostra sensibilità come, per esempio, quando è stato picchiato a sangue da un soldato tedesco solo perché era andato a prendere del carbone. Abbiamo capito la sua sofferenza da bambino per essere stato figlio di un “sovversivo”, cioè un socialista che aveva fatto un solo sciopero. Per questo era stato emarginato rispetto agli altri. Siamo rimasti molto colpiti dalle motivazioni che lo hanno spinto a far parte della Brigata maiella: il suo desiderio di vendicare il padre e l’amor di Patria che oggi, secondo lui non esiste più. Infetti, oggi si parla solo di Paese. Alla fine della guerra, però, il desiderio di vendetta si era trasformato in un puro sentimento patriottico. Attraverso i suoi racconti abbiamo conosciuto la figura di Ettore Troilo, fondatore della Brigata Maiella, autentico eroe e combattente per la Patria. Ci ha molto colpito il sentimento di pena che lui ha provato davanti ad alcuni prigionieri tedeschi perché li ha considerati uomini e non nemici.

Alla fine del nostro incontro gli è stato chiesto se, una volta tornato indietro, avesse voluto rivivere quest’esperienza e lui  ha detto di sì.

 


 

INCONTRO CON IL SIGNOR PANTALEO, IL PARTIGIANO DELLA BRIGATA MAIELLA. RIFLESSIONI DEI RAGAZZI DELLA III C

 

 

Oggi ricordiamo con onore i partigiani caduti durante la 2° guerra mondiale che ci hanno dato la libertà con il loro sacrificio. E’ per questo che la scuola ci ha organizzato un incontro con un famoso partigiano abruzzese: Ennio Pantaleo. Egli ci ha raccontato tutta la sua storia ed esperienza nei panni di un partigiano. Da quanto ho capito in Italia si stava molto male allora perché c’era distruzione, povertà.. però c’era sempre quel briciolo di speranza. La cosa che mi ha colpito maggiormente è che Ennio si sia arruolato a 14 anni con i partigiani. Egli ha visto cose allucinanti, ha combattuto, sofferto.. tutto perché voleva un’Italia libera. Ennio ci ha detto che non cambierebbe una virgola della sua vita perché adesso è felice di aver contribuito alla liberazione del suo Paese. E’ stata una bella esperienza, ho capito veramente molte cose sulla vita italiana in quel periodo.

Lorenzo Cautela

 

Venerdì 27 marzo io e la mia classe abbiamo incontrato il patriota, membro della Brigata Maiella, Ennio Pantaleo. [..] Aveva solo 14 anni quando si arruolò nella Brigata che ovviamente non accettava minorenni. Di conseguenza lui mentì sull’età ma il comandante Troilo lo accolse a braccia aperte anche dopo aver scoperto la sua vera età. Il signor Pantaleo ci ha spiegato la difficoltà della vita in quel periodo sotto l’occupazione nazista dopo la firma dell’armistizio. La sua storia mi ha colpito molto perché mi ha fatto capire quanto noi possiamo essere fortunati. Dobbiamo essere fieri e orgogliosi di questi nostri eroi che si sono battuti per la libertà!   

Massimiliano Ferrini

 

Il 27 marzo abbiamo incontrato Ennio Pantaleo, che ci ha parlato della sua esperienza da partigiano, o meglio patriota, nella Brigata Maiella. Inizialmente la signorina Alba ci ha illustrato brevemente la seconda guerra mondiale, facendoci vedere anche un video per scendere meglio nei dettagli. Dopodiché ha passato la parola ad Ennio, facendogli una specie di intervista. Ennio ci ha raccontato che, dopo la morte del padre, decise di entrare a far parte della Brigata Maiella, che non accettava minori di 18 anni. Falsificò e mentì sulla sua età, entrando quindi a far parte dell’associazione partigiana. [..] Le cose che mi hanno colpito di più in questo incontro sono le seguenti:

-          una frase che mi ha toccata è stata: «Ennio, tu rifaresti tutto questo?», «Sì, certamente! », «E perché?», «Per la libertà»;

-          dopo che i suoi compagni e il comandante scoprirono la sua vera età, lui volle restare con i suoi compagni a combattere;

-          ha mentito sulla sua età per ottenere la NOSTRA libertà.

Ennio Pantaleo è un esempio da seguire.

Michela Martielli

 

[..] L’ esperienza di Ennio Pantaleo, secondo me, è stata molto traumatica per un ragazzo di 14 anni, ci vuole molto coraggio per fare scelte simili: dopo aver perso il padre, allontanandosi dalla famiglia, rischiando la vita.. Mi ha colpito tutto di questa storia, perché i ragazzi di oggi di certo non l’avrebbero fatto per nulla al mondo. Ennio, secondo me, è un esempio da imitare, come tutti gli altri patrioti della Brigata Maiella che hanno messo a rischio o sacrificato la loro vita in nome della libertà.

Francesca Di Cesare

 

 

Oggi a scuola abbiamo ricevuto la visita di Ennio Pantaleo, un signore che all’età di quattordici anni ha fatto parte della Brigata Maiella, banda partigiana che agì per liberare la propria Patria. [..] Quest’uomo dovrebbe essere un esempio per tutti, perché noi, a quattordici anni, non pensiamo ad altro che telefoni, computer ecc. invece lui, a quattordici anni, ha rischiato di morire per salvare la sua Patria. Credo che questa esperienza non la dimenticherò mai, perché mi ha fatto capire molte cose della vita.

Nicola Di Pillo

 

[..] Qualche giorno fa è venuto a farci visita a scuola un ex partigiano, cioè una persona che ha vissuto direttamente la seconda guerra mondiale e che ha lottato per liberare l’Italia dai tedeschi. Mi ha colpito particolarmente sentire la sua esperienza e pensare che moltissime persone non sono sopravvissute alla guerra e sono state uccise ingiustamente. E’ stata un’esperienza molto interessante che non dimenticherò.

Ilenia Presutti

 

 

A scuola io e la mia classe abbiamo assistito ad una testimonianza da parte del signore Ennio Pantaleo sulla sua esperienza nella Brigata Maiella organizzata dal comandante Ettore Troilo. [..] La sua vita è stata molto dura, piena di tristezza, piena di morti e di sangue. [..] Io penso che lui sia stato un uomo molto coraggioso e forte ma la cosa che mi ha colpito di più è il fatto che lui si sia arruolato nella Brigata Maiella all’età di soli 14 anni come volontario.

Mattia Restaino

 

 

[..] Nonostante una vita piena di azione, mi ha colpito maggiormente l’età di iscrizione del signor Pantaleo nella Brigata Maiella. Mi ha colpito perché si è iscritto all’età di 14 anni mostrandosi invece agli occhi di tutti come maggiorenne. Non ha potuto conoscere l’adolescenza, ha dedicato la sua vita al suo paese e non solo, perché, come tutti sapete, la Brigata dopo aver liberato l’Abruzzo non si è sciolta ma ha continuato a combattere per liberare tutta l’Italia. Infatti alcuni anni dopo ha ricevuto la Medaglia d’oro al valor militare. Io penso che lui abbia fatto la cosa giusta e che lo farei anche io per proteggere il mio Paese e le persone a cui tengo.

Matteo Brandolini

 

 

L’incontro con Ennio Pantaleo è stato una bella esperienza. [..] Lui ci ha spiegato che è stata una sua scelta entrare nella Brigata Maiella e che per farlo ha detto una grande bugia, cioè che era maggiorenne. La sua vita è stata molto difficile perché non c’era niente da mangiare e si moriva anche per il troppo freddo. Infine, lui ha detto che lo rifarebbe sempre per conquistare la libertà.  

          Alessandro D’Amato

 

Pochi giorni fa a scuola abbiamo incontrato Ennio Pantaleo, un signore che ha partecipato alla seconda guerra mondiale come partigiano della Brigata Maiella. Di tutto ciò che ha detto, quello che mi ha colpito di più è stato quando è partito, dopo la morte del padre, per entrare a far parte del movimento partigiano. Infatti ha dimostrato, nonostante fosse giovane, coraggio, responsabilità e altruismo. E’ strano per me e per tutti i miei compagni che un ragazzo possa essere così coraggioso e forte da affrontare pericoli e dolori tipici di una guerra. La sua storia mi ha colpito ed affascinato molto, perciò spero di poterlo rincontrare in futuro.

Dario Pace

 

 

Nell’incontro che abbiamo avuto con il partigiano della Brigata Maiella, Ennio Pantaleo, ho capito quanto soffrivano le famiglie e le persone che andavano a combattere, perché morivano di fame, di freddo o perché venivano uccise. Le famiglie rimanevano senza capofamiglia e le donne dovevano badare a tutto. [..] Il signor Pantaleo insieme ad altri patrioti combatteva per avere la libertà per loro e per le generazioni future. Lui ci ha detto che le persone erano stanche e confuse perché dopo l’8 settembre non si sapeva più a chi dovevano sparare perché l’amico di ieri era diventato il nemico e il nemico l’amico. Oggi le persone che hanno combattuto sono veramente poche, molto probabilmente queste persone tra un po’ di anni non ci saranno più. Noi dobbiamo riferire alle generazioni future queste cose cosicché non facciano più questi grandissimi errori.

Migena Xhihani

 

 

Io penso che l’incontro con il partigiano Ennio Pantaleo, per noi ragazzi sia stata una vera e propria fortuna. Io personalmente sono rimasta molto affascinata da tutto ciò che lui ci ha raccontato. E’ davvero pazzesco come un ragazzo di soli 14 anni abbia affrontato una cosa del genere. [..] Secondo me l’esperienza di Ennio è una cosa molto forte, che ti colpisce e non riesco proprio a capire dove quell’uomo abbia trovato tutto il coraggio che ha avuto per andare a combattere a quell’età, anche mentendo sulla propria età e tutto questo per donare a noi la libertà. Si è privato della sua adolescenza per la libertà del suo Paese, cosa che, oggi come oggi, nessuno si azzarderebbe a fare. Noi dobbiamo essere eternamente grati a quell’uomo e a tutti gli altri che hanno lottato per donarci una vita libera.

Abrill Aular

 

 

Oggi a scuola abbiamo incontrato il partigiano della Brigata Maiella, Ennio Pantaleo. Lui si è battuto per liberare la nostra nazione che era occupata dai tedeschi. [..] Ha raccontato che la vita durante la guerra era difficile perché non era facile trovare cibo. Ci ha raccontato anche che certe volte doveva fare la guardia alla squadra. Gli abbiamo fatto alcune domande chiedendogli come facevano a procurarsi armi e lui ci ha risposto che gli alleati provvedevano a dargliele. Alla fine dell’evento gli abbiamo chiesto se rifarebbe quello che ha fatto e lui ci ha risposto di sì.

Antonio Antolini

 

Venerdì scorso abbiamo incontrato Ennio Pantaleo, uno dei più piccoli membri della Brigata Maiella. [..] «Ero molto piccolo e per entrare a far parte della Brigata Maiella dissi che avevo più di 18 anni e quindi mi fecero arruolare». Passò molti momenti brutti nella sua vita perché il padre morì e dovette lasciare la famiglia quando la Brigata Maiella cominciò a spostarsi per l’Italia, per andare con loro. Alla fine dell’incontro abbiamo fatto una foto ricordo.

Nicola Esestime

 

Inizio col dire che questo incontro è stato molto importante, c’è stato qualcosa di molto speciale e grazie al Patriota Ennio Pantaleo e ad i suoi collaboratori ho capito molte cose importanti riguardo la nostra storia. Sentire la storia del Patriota mi ha colpito davvero il cuore. Dopo aver sentito che aveva passato molti brutti momenti e continuava comunque ad andare avanti, ho capito che tutti riescono a fare qualsiasi cosa ma solo con l’impegno e solo se viene fatto dal profondo del cuore. Mi ha colpito molto la frase «Ho lottato per la libertà non solo per il mio paese ma per tutta l’Italia!». Lui ha mentito alla sua famiglia per rendere tutti noi liberi e dobbiamo ringraziarlo. [..] Le persone gentili e forti che non si arrendono mai esistono veramente. Vorrei ringraziare Ennio Pantaleo di averci liberato e vorrei ringraziarlo anche di aver aperto una parte del mio cuore e di averci fatto capire cosa vuol dire veramente “LOTTARE CON IL CUORE PER LA LIBERTÀ”.

Chiara Gualtieri

 

 

 

L’incontro con il patriota Ennio Pantaleo è stato per me un incontro molto importante. La banda partigiana “Brigata Maiella” è stata fondata da Ettore Troilo. Ennio ci ha raccontato che per entrare nella banda lui inventò di essere maggiorenne. All’inizio la mamma di Ennio non sapeva che suo figlio era entrato nella banda e quando lo scoprì avrebbe voluto parlarne con il Comandante Ettore Troilo per riportare il ragazzo a casa. Dopo qualche tempo Ettore Troilo scoprì che Ennio era piccolo, valutò se farlo restare o  meno e alla fine decise di non mandarlo via. Secondo me Ennio è stato un ragazzo molto coraggioso e forte. La cosa che mi ha maggiormente colpita è stata che lui abbia voluto partecipare alla banda pur essendo piccolo. L’incontro con Ennio è stata la cosa più bella che una persona possa ricevere.

Giada Ferrera

 

 

La settimana scorsa, in classe, abbiamo avuto la grande opportunità di incontrare e di parlare con un partigiano della 2° guerra mondiale, uno dei pochi sopravvissuti.[..] La sua storia è molto lunga e suscita emozione ascoltarla dal vivo. [..] All’età di soli 14 anni, lui combatteva perché il padre era morto per un grave infortunio. [..] Decise di arruolarsi nella Brigata Maiella.[..] Durante le spedizioni militari era da solo a fare la guardia in particolari posti. Se aveva fame e non aveva la sua razione da soldato in tasca, mangiava quello che trovava in giro, nei boschi e nelle campagne. [..] Penso sia un eroe nazionale e mi ha confermato che la guerra non deve essere mai fatta, perché porta solo morte e disperazione.

Pierpaolo Pace

 

 

[..] A scuola abbiamo incontrato il patriota Ennio Pantaleo, il quale si arruolò nella Brigata Maiella per la libertà del proprio Paese. [..] Dopo la morte di suo padre, all’età di quattordici anni, senza ascoltare nessuno, Pantaleo decise di arruolarsi nella Brigata Maiella, fingendo di essere maggiorenne. Più volte, ha sottolineato di essersi arruolato per contribuire a rendere libero il proprio Paese. Perché senza  libertà, siamo privi di qualunque cosa. Il suo coraggio e la sua voglia di rendere libero il proprio Paese mi hanno fatto riflettere parecchio. Al giorno d’oggi non so fino a che punto ragazzini di quattordici anni, quindi come noi, avrebbero il coraggio di allontanarsi dalla famiglia e da tutte le comodità, per andare a rischiare la vita per il proprio Paese. E’ proprio il discorso della libertà, di lottare e mettere in gioco la propria vita per gli altri non solo per se stessi, che mi ha colpito. Mi ha colpito il modo in cui Pantaleo ci ha risposto alla domanda, se oggi come oggi avrebbe fatto la stessa scelta. Senza pensarci un secondo ci ha risposto che non ci penserebbe due volte e che quella scelta la rifarebbe altre mille volte perché la libertà è più importante di qualsiasi cosa. Ecco, ciò è stato molto importante per me. Io credo che mai nessuno di noi abbia pensato a una cosa simile, a mettere prima di tutto la libertà del Paese e poi la propria vita. Allora vi pongo una domanda, c’è qualcuno che oggi come oggi metterebbe tutto da parte e andrebbe a combattere per la Patria? Riflettiamo su queste cose perché sono davvero importanti e l’esperienza del signor Pantaleo ci deve servire come un esempio e quest’incontro dovremmo tenerlo dentro per sempre.

Benedetta Presutti