IL MIO 25 APRILE 2016 Stampa

Ho letto devotamente il messaggio del Presidente della Repubblica, ma non mi sento di stare sereno. Sarà per via della mia abissale ignoranza, ma parlare di riforme alla Costituzione, con la logica di “abbiamo i numeri”, penso che cozzi con lo spirito degli antichi Padri.

Altrove, si scrive di militari da inviare in Libia; il balletto dei numeri  (5.000/3.000/900/500/300) e delle presunte condizioni, è un altro elemento di turbamento. Sono condannato a rimanere ignorante e conservatore!

 

Sotto la pioggia battente, mi reco al monumento ai Caduti. C’è gente, più del prevedibile. Scarseggia la rappresentanza dei politici locali, mancano quasi totalmente le centinaia di volenterosi che si apprestano a candidarsi per amministrare la nostra città, ma questo è un buon segno! Saranno impegnati a preparareprogrammi.

Nell’atto di issare le bandiere sui pennoni, la bandiera europea si rifiuta di salire; sarà un segno dei tempi, mentre da qualche parte c’è chi si impegna ad innalzare muri e barriere di filo spinato.

Fortunatamente, il Commissario, Dr. Guetta (ormai di casa a Sulmona), riuscirà a rendere mezzo pieno il mio bicchiere. Mi rassicura pensare che dopo la futura cerimonia del 2 Giugno, probabilmente, fra un anno (il 25 Aprile) sarà di nuovo fra noi.

Nella vicina ATESSA, i camerati di Forza Nuova chiedono di abolire la ricorrenza del 25 Aprile e ricordano “I crimini dei partigiani”. Per loro la guerra non è ancora finita.

 

A L’Aquila, la cerimonia si svolge sotto una fitta pioggia e nevischio. Qui Il Prefetto Alecci consegna ai reduci la medaglia della Liberazione. Gli insigniti saranno 16 e alcuni risultano assenti per motivi di salute; altri sono deceduti nel corso dell’istruttoria per la concessione.

 

Mi reco, il pomeriggio, nella vicina Pacentro. Ancora pioggia e nevischio che, per fortuna, ci concederanno una tregua al momento della cerimonia. Vengono, fra l’altro, premiati i bambini che hanno partecipato al Concorso INSIEME ALLA BRIGATA MAIELLA ... SULLA STRADA DELLA LIBERTÀ.

Con gli amici dell’Associazione,raggiungiamo la vicina villetta dove si trova il cippo dedicato ai “BANDITI DELLA LIBERTÀ” e, fra una preghiera e qualche minuto di raccoglimento si conclude la parte ufficiale della nostra giornata.

 

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DIARIO INTIMO

Pacentro, 25 Aprile 2016 – Mio caro amico, è già la terza volta che ti incontro nella ricorrenza del 25 Aprile. Poiché non conosco il tuo nome, nella mia fantasia il tuo nome è Orlando.

Esci dalla tua povera casa, raggiungi la piazza e, solitario, osservi. Sono colpito dal tuo sguardo che, pur nell’appannamento della senilità, conserva un’antica luce. Penso che la tua strana uniforme abbia un senso; penso a qualche tua solitaria battaglia combattuta nell’indifferenza. Probabilmente hai perso (come tanti fra noi), ma oggi sei fra noi; sei una testimonianza vivente, nella più semplice delle ipotesi, della solitudine.

Forse non sei informato di governi del fare e partiti della nazione. Se così fosse, sono felice per te.

Spero di incontrarti ancora e di poterti finalmente dire: BUON 25 Aprile, Orlando.

Geronimo

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Medaglie della Liberazione Onore a 16 partigiani

Il prefetto consegna le onorificenze, tutte le cerimonie sotto la neve

L’AQUILA. Si chiamavano Carmine Centofanti (Sulmona), Elia Cornacchia (Lecce nei Marsi), Lucio Berardinelli (Castel di Sangro) e Domenico Di Pietro (Pratola Peligna)(1). Tutti giovani uccisi dai nazifascisti mentre combattevano per la libertà dei loro paesi,delle famiglie, dell’Italia intera, deceduti nella lunga guerra, e per i quali i figli, o i parenti, o i sindaci dei loro Comuni di origine hanno ricevuto la medaglia alla memoria dalle mani del prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, alla sua ultima festa della Liberazione prima di lasciare per andare in pensione, tra sei mesi. È stato proprio questo il momento più significativo della Liberazione celebrata all’Aquila sotto una fitta neve e una temperatura gelida che ha fatto ripiombare la città nel freddo inverno. Ma il maltempo non ha fermato le cerimonie in tutto l’Aquilano.

LE MEDAGLIE. Oltre ai quei giovani scomparsi sotto il fuoco nemico sono stati premiati in prefettura, con la medaglia della Liberazione, altri 12 anziani ex combattenti. Sono Giancarlo Cantelmi di Celano, Guido Cirstersiense, Guido Pallozzi, Ennio Pantaleo, Ubaldo Grossi e Ilio Di Iorio (di Sulmona), Igino D’Aroma (di Rocca di Mezzo), Pasquale D’Emilio (di San Pio delle Camere), Raffaele Di Pietro (di Pettorano sul Gizio), Arnaldo Ettorre e Celso Nardecchia (dell’Aquila),Aurelio Nardelli (di Avezzano). «La memoria di quei giorni deve essere conservata e trasmessa alle giovani generazioni», ha commentato il prefetto Alecci.

(1) - L'articolista della cronaca di un noto quotidiano locale, per ignoranza storica, scrive che sarebbero stati uccisi dai nazi-fascisti. Fortunatamente gli stessi quattro hanno fatto memoria storica fino al 2015, quando sono deceduti per morte naturale.

 

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