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Associazione Nazionale "Brigata Maiella"

MEDAGLIA D'ORO AL Valor Militare

Sezione SULMONA - VALLE PELIGNA

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Relazione Polacca - I COMBATTIMENTI PER L’ACCESSO AL FIUME MUSONE PDF Stampa E-mail
Indice
Relazione Polacca
PREAMBOLO
ORGANIZZAZIONE E STRUTTURA
MARCIA VERSO IL FIUME CHIENTI
I COMBATTIMENTI PER L’ACCESSO AL FIUME MUSONE
IL COMBATTIMENTO SOTTO ANCONA
I COMBATTIMENTI PER I AVVICINAMENTO DEL FIUME METAURO
IL COMBATTIMENTO DI MONTECAROTTO
LA BATTAGLIA DI PESARO
Tutte le pagine

 

III
I COMBATTIMENTI PER L’ACCESSO AL FIUME MUSONE
(28 GIUGNO- 15 LUGLIO)
Intanto il 2° Corpo polacco incontra seria resistenza nemica lungo la linea del fiume Chienti.
Il comandante del Corpo ordina il concentramento di tutte le unità. Tale ordine deve essere ultimato nella giornata del 4 luglio. Il C.I.L., che sta svolgendo la sua attività sull'asse della strada n. 78, risulta in quel tempo schierato lungo la linea che corre da Ascoli fino alle colline a sud del fiume Chienti.
Il concentramento per la battaglia di Loreto non viene da parte del C.I.L. ultimato. Ciò determina, tra il Corpo Polacco e l'ala orientale del 10° Corpo, che opera lungo l'asse Visso-Camerino-Matelica, il mantenimento del vuoto sopra descritto di circa 35 chilometri di estensione.
In tale situazione la "Maiella" ha il compito di sorvegliare questa zona nonché di tenere il collegamento con l'ala destra del 10° Corpo (12° reggi¬mento Lancieri), che marcia lungo l'asse Muccia-Castelraimondo. Il 1° luglio il comandante del 2° Corpo Polacco, avendo constatato l'allontanamento del nemico dal fiume Chienti, ordina un nuovo insegui¬mento, che conduce alla battaglia di Loreto.
Fino al giorno 6 luglio i reparti frontali del 2° Corpo raggiungono la linea Numana-Osimo-Montoro.
Il C.I.L., che non può sostenere il passo di tale azione, si attarda sul fiume Potenza, scoprendo con ciò il fianco ovest del 2° Corpo. La cosa determina il Comandante del Corpo a rallentare le operazioni fino all'allineamento del C.I.L. verso Filottrano, al fine di assicurare il proseguimento dell'attività operativa in direzione di Ancona.
In tale situazione il Comandante della "Maiella", avendo dinanzi relativamente scarse forze nemiche, decide, senza attendere l'avvicinamento del C.I.L., di spingersi a nord del fiume Potenza, ove il terreno offriva maggiori possibilità per la favorevole esecuzione dei fini operativi.
Il I' luglio i reparti della "Maiella" liquidano oppure respingono verso la riva nord formazioni nemiche operanti a sud del fiume Chienti.
Nello stesso giorno reparti della "Maiella" raggiungono il fiume Potenza, ove, dopo opportune azioni ricognitive, si preparano all'attraversamento del fiume.
Il 2 luglio i reparti della Brigata Maiella occupano Tolentino e S. Severino. Il 3 luglio la "Maiella" incontra la prima seria resistenza del nemico organizzato a difesa sulla linea Castel S. Pietro - Colcerasa, a 10 chilometri circa a settentrione del fiume Potenza.
Poiché non è in grado di respingere le prevalenti forze nemiche, il Comandante della B. Maiella procede ad una nuova dislocazione dei suoi reparti, mediante uno schieramento a Seralte, per chiudere al nemico la strada verso Cingoli e con altro ad Aliforni, per chiuderla verso Frontale.
Il grosso delle forze della "Maiella" viene concentrato nella zona del bivio delle strade conducenti verso la predetta località. Il C.I.L., che resta sul fiume Potenza, e successivamente il 10 luglio, dà il cambio alla sesta brigata fan¬teria Leopoli nella zona di Montefano e, con l'appoggio dell'artiglieria della quinta divisione fanteria "Kresowa" e dei carri armati del 4° reggimento co¬razzato, occupa Filottrano raggiungendo il fiume Musone. La B. Maiella mantiene il contatto col C.I.L. lungo la strada S. Severino -Tolentino e col 10° Corpo (12° reggimento Lancieri) lungo la strada S. Severino Castelrai¬mondo.
Nel frattempo un reparto avanzato più a nord del 12° reggimento Lancieri
viene a trovarsi nella zona di Matelica, dove opera insieme ad un reparto di partigiani locali dipendenti dalla "Maiella".
Il mantenimento di continuo contatto col nemico determina notevoli dif¬ficoltà per la B. Maiella, dato che il nemico, sulle due principali direzioni del settore sorvegliato, è sostenuto dall'artiglieria e dai mortai, mentre la "Maiella" si trova solo in possesso di armi di piccolo calibro. Conseguentemente tutte le operazioni della "Maiella" devono essere condotte nelle ore notturne e mediante azioni di sorpresa.
La estensione del settore nonché le considerevoli forze nemiche (le forze tedesche ammontano in tale zona a 3-4 battaglioni con 2-3 batterie) indu¬cono il ten.col. Lewicki a prendere contatti con le formazioni locali di pa¬trioti italiani al fine di utilizzarle. Il Lewicki in breve tempo assume il comando di tutti i gruppi di partigiani della zona. Contemporaneamente la "Maiella" procede al disarmo e allo scioglimento di tali gruppi, che avevano scopi ben diversi da quelli di combattere i tedeschi. Cosicché il ten. co. Le¬wicki dispone in quel tempo, oltre la brigata Maiella, di alcune formazioni partigiane della complessiva forza di circa 1500 uomini, dotati di fucili e pistole automatiche.
Parte dei partigiani viene incorporata nella "Maiella". Il resto viene utiliz¬zato per servizi di presidio di comunicazioni secondarie e per servizi di guardia, nel che detti partigiani sono di preziosa utilità, avendo piena co¬noscenza del terreno.
Le rilevanti forze nemiche, soprattutto in artiglieria e mortai, determi¬nano il comandante a porre in essere una tattica consistente in azioni di in¬filtrazione e di pattugliamento in profondità onde procurarsi informazioni e mantenere l'iniziativa. Il terreno montuoso e coperto favorisce tali azioni.
Intanto, approfittando della temporanea stabilizzazione del fronte, il ten. Col. Lewicki procede alla riorganizzazione della B. Maiella che fornisce di divise e riarma utilizzando le armi catturate ai tedeschi.
Già il 10 luglio ciascun plotone è dotato di 1-2 mitragliatrici pesanti, di 4 leggere e di 10-12 pistole automatiche. Le munizioni sono sufficienti, tut¬tavia occorre catturarne al nemico così come le altre armi.
Si giunge anche ad una completa dotazione di mezzi di trasporto: la "Maiella" dispone già di cinque autocarri e di dieci motociclette. La cattura di una leggera radio di notevole potenza rende possibile da quel momento di mantenere un continuo ed efficace collegamento con il Comando del 2° Corpo. Tale collegamento riusciva fino ad allora molto difficile e spesso in¬sicuro a causa della notevole lontananza e delle cattive condizioni di ricezione provocate dalle montagne.
In questo tempo le perdite della "Maiella", nonostante le descritte fre¬quenti azioni sono relativamente minime; notevoli perdite subisce solo il reparto inviato a Matelica per mantenere il collegamento con il 12° Lan¬cieri. Tale reparto di circa 30 uomini, sorpreso da un assalto di una com¬pagnia tedesca, soffre rilevanti perdite durante la prima ora della lotta, essendo caduti il comandante ed alcuni uomini. Malgrado le perdite e no¬nostante il ritiro delle autoblindo inglesi, il reparto riesce a mantenersi in po¬sizione e provoca rilevanti perdite al nemico.
Le pattuglie dei partigiani, profondamente penetrate nel terreno nemico, cercano di eliminare piccole pattuglie e soldati isolati tedeschi. Un assalto condotto nella notte del 10 luglio su S. Maria, a sud di Cingoli, dal tenente Filliter distrugge un avamposto tedesco della forza di quasi un plotone. E poiché qualche giorno prima i soldati di tale appostamento avevano ucciso due partigiani feriti, nessuno di essi viene fatto prigioniero... Un agguato teso dallo stesso ufficiale contro la cucina da campo nemica sotto S. Angelo, organizzato il giorno successivo, massacra i soldati tedeschi colà riuniti per il rancio. Contemporaneamente un'azione di una forte pattuglia della "Maiella" condotta nella zona consente al tenente Filliter di rientrare nelle pro¬prie linee dopo aver trascorso molte ore, insieme a due uomini, nascosti a circa 300 metri dalla cucina da campo tedesca.
Secondo le informazioni fornite poi dalla locale popolazione risultarono caduti 11 soldati tedeschi e molti altri feriti.
Le rilevanti perdite inflitte ai tedeschi dal gruppo di partigiani "Léw" (così denominato perché sotto il comando del ten. Col. Lewicki) possono essere misurate dalla quantità di armi da esso catturato, armi che, per ordine del comandante del Corpo, venivano poi inviate a Varsavia. In quest'epoca la "Maiella" ha fornito a tal fine alcuni Spandau, parecchi Schmeiser e rivoltelle catturate al nemico.
Il 3 luglio prende posizione nel settore "Léw" un reparto britannico co¬mandato dal maggiore Popski. Tale reparto si compone di 50 uomini tra¬sportati da dodici jeep armate di mitragliatrici ultrapesanti.
Nella zona di S. Severino, a circa 10-15 chilometri dalla linea del fronte, il maggiore Popski, aderendo ad analoga preghiera rivoltagli dal ten. Col. Le¬wicki, appoggia per due volte con il fuoco delle sue armi l'azione dei re¬parti della B. Maiella. Tale appoggio si palesa con effettivi risultati il 7 luglio sotto Cingoli, allorché una jeep armata viene portata di nascosto alla di¬stanza di 6-700 metri da un avanzato posto tedesco di osservazione. Tale posto disturbava in modo particolare. La sorpresa era completa. I tedeschi perdevano alcuni uomini e, ciò che è importante, dovevano rassegnarsi ad abbandonare la posizione. Il reparto del magg. Popski lasciava il settore "Léw" il 9 luglio.
Verso la fine di tale periodo una parte delle locali organizzazioni partigiane viene influenzata dalla propaganda di agitatori dei partiti politici estremisti (comunisti). Commissari comunisti inducono i partigiani ad abbandonare ogni attività bellica e a conservare e nascondere quante armi e munizioni fosse possibile.
Tali partigiani ingaggiati dal ten. Col. Lewicki per azioni particolarmente disagevoli nel fronte, si rifiutano, sotto l'influenza degli agitatori, di conti¬nuare a combattere e utilizzano il loro armamento per conto personale e per guadagni materiali.
Lasciare tale massa armata e indisciplinata nelle retrovie costituiva una minaccia alle vie di comunicazione. 11 ten. Col. Lewicki, presi accordi con il Comando del Corpo e con le forze alleate, procede quindi al disarmo di tali gruppi, obbligandoli a consegnare le armi ai posti di polizia.
Naturalmente tale azione non si svolse senza incidenti. A S. Severino i comunisti organizzarono con la forza di parecchi uomini armati da capo a piedi un attentato ai danni del comandante e degli ufficiali della B. Maiella. !attentato non ebbe alcun effetto, essendo gli ufficiali sempre pronti ad ogni sorpresa. Comunque questo delicato lavoro venne generalmente compiuto con accortezza e con celerità. Si sono ottenute con ciò la tranquillità e la si¬curezza delle retrovie delle forze alleate, rendendo così impossibile il determinarsi colà delle situazioni che ebbero invece a manifestarsi nell'Italia del nord nel 1945.
I partigiani comunisti, essendosi accorti da un lato della risolutezza, e dall'altro dell'onesto e umano trattamento usato ai loro compagni, hanno sottostato agli ordini degli Alleati e, dopo ultimato il disarmo, hanno rivolto il loro ringraziamento al ten. Col. Lewicki per mezzo di appositi delegati di due brigate disarmate per il modo con il quale era stato condotto il disarmo
stesso.
L'aumentata attività della B. Maiella su Cingoli, ove i tedeschi perdono in pochi giorni alcune decine di uomini, e le azioni delle pattuglie che proce¬dono all'aggiramento della città, costringono, il 10 luglio, il nemico a riti¬rarsi su Apiro.
Appena conosciuta la notizia, il comandante della "Maiella" si reca con al¬cuni uomini a Cingoli, organizzandovi i partigiani. Contemporaneamente viene inviato in quella città il tenente Filliter con due plotoni della "Maiella". 1 tedeschi purtroppo si sono resi conto della debole forza di tale re¬parto e, nella sera del 10 luglio, occupano nuovamente la città. In concreto il reparto del ten. Filliter che si avvicinava dovette ritirarsi sulle colline cir¬costanti, essendo fatto oggetto di un forte fuoco di artiglieria e di mortai.
Pertanto occorreva preparare di nuovo tutta l'azione al fine di conqui¬stare la città. La rinnovata tattica di infiltrazione nelle retrovie nemiche con¬duce al successo e così i tedeschi si ritirano, stavolta definitivamente, da Cingoli nella notte del 12 luglio.
Il giorno successivo, all'alba, i reparti della B. Maiella entrano contempo¬raneamente da più parti nella città e vi organizzano la difesa. 1 tedeschi sot¬topongono la città ad un forte fuoco di artiglieria e di mortai, ma il fuoco fortunatamente è poco efficace a cagione delle solide mura della città. Sola perdita notevole quella della jeep del comandante che, colpita con esattezza, resta completamente distrutta.
Nella notte dal 13 al 14 luglio fa ingresso a Cingoli un battaglione del C.I.L. . Il ten. Col. Lewicki invia il gruppo del ten. Filliter a Moscosi in di¬rezione di Apiro, ove i tedeschi hanno costruito da lungo tempo apposta¬menti di difesa. A Cingoli resta soltanto un plotone di partigiani del luogo per mantenere il collegamento col C.I.L. . Contemporaneamente all'azione di Cingoli, altro raggruppamento della "Maiella" inizia un'azione intesa ad occupare Castel S. Pietro. Viene applicata eguale tattica.
I tedeschi, essendosi accorti dei movimenti di alcuni gruppi di partigiani su Isola, costituente la loro unica via di ritirata, cominciano a ripiegare sotto la protezione di un forte fuoco di artiglieria.
Le due operazioni, condotte contemporaneamente sulle direzioni princi¬pali, costringevano il nemico a ritirarsi sulle posizioni a difesa precedente¬mente apprestate nella linea principale di Apiro-Poggio S. Vicino- Poggio S. Romualdo - Almatano. Le avanguardie della "Maiella" avanzano in contatto immediato col nemico in ritirata. Nello stesso tempo pattuglie di partigiani, profittando dell'aiuto dei patrioti locali, penetrano profondamente nelle re¬trovie del nemico in ritirata, attaccando i reparti più deboli e i soldati più isolati.
Il 15 luglio reparti della "Maiella" incontrano resistenza da parte del ne¬mico ben piazzato su forti posizioni naturali apprestate con grande dispen¬dio di lavoro. Il comandante della B. Maiella disloca i suoi reparti in modo da chiudere ogni via al nemico con solide posizioni ed esercitare così una efficace sorveglianza del resto della zona.
Nello stesso tempo vengono compiute utili azioni ricognitive delle nuove posizioni del nemico, riattate le strade e sgomberate le mine.
Il 15 luglio la dislocazione della "Maiella" è la seguente: il gruppo del ten. Filliter a S. Maria Candelora, il gruppo del ten. Giovacchini a Frontale e i re¬parti di rinforzo del ten. Troilo a Fornaci. Durante le predette azioni le per¬dite della "Maiella" risultano minime: 6 caduti e alcuni feriti, parte dei quali a causa delle mine.



 


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