Medaglia D'Oro al Valore Militare Stampa

Discorso pronunziato dall’On. Giulio ANDREOTTI, Ministro della difesa

 

     Il testo lapidario della motivazione di questa medaglia d’oro, il caldo saluto del Sindaco di Sulmona e della rievocazione così bella, commossa, documentata del Comandante Troilo hanno sufficientemente inquadrato l’importanza della cerimonia di oggi.

     Ma io voglio aggiungere una mia parola non solo per associarmi alla commossa rievocazione dei morti, per inchinarmi dinanzi al dolore non domato delle loro famiglie, per salutare i mutilati, i reduci di questa mirabile impresa, ma anche per dire che manifestazioni come questa di oggi hanno innanzi tutto, come destinatari, i giovani.

 

     Ai giovani, infatti noi dobbiamo spiegare queste cose, aiutarli a capire il significato profondo di quello che fu la Resistenza.

     Pensate che sono ora alle armi giovani che in quegli anni o non erano ancora nati o erano appena nati! E che dire di tutti coloro che sono frastornati dalla confusione che noi facciamo, si domandano perché hanno ripreso ciascuno la propria strada. Ma giovani, è proprio qui il significato della Resistenza; si lottava perché ciascuno potesse riprendere liberamente la propria strada; e noi sappiamo che questo significato, che del resto è alla base della nostra Costituzione, ha un valore che non si è esaurito e non può esaurirsi con il tempo.

     Essere coerenti con la Resistenza vuol dire lavorare e tenere gli occhi aperti perché l’Italia mai più debba ricadere sotto un regime che renda obbligatorio un solo partito ed escluda gli altri, che renda obbligatorio un solo sindacato e non consenta la vita agli altri, che renda possibile solo la stampa dello Stato e uccida, con la libertà di stampa, tutte le altre.

     E quando il Comandante Troilo, nell’ottobre del 1962, mi mandò il suo libro bianco (che poi era grigio) sul Gruppo Patrioti della Maiella, con una sua dedica dicendo che egli aveva fiducia che, superando ogni mortificante cavillo burocratico, si volesse e si sapesse rendere giustizia ai Caduti e ai superstiti del Gruppo Patrioti della Maiella, io fui onorato di riprendere in mano questa pratica e di condurla avanti. Perciò considero la data di oggi come una di quelle che certamente non dimenticherò soprattutto per aver ricevuto l’onore di appuntare la Medaglia d’Oro sulla Vostra Bandiera. Forse (come ha accennato molto bene il Comandante Troilo) è stato un motivo di freno (nel cammino più celere che avrebbe dovuto avere questa procedura della Medaglia d’Oro) il fatto che voi non foste aggregati ad un determinato partito politico: Ma era proprio in ciò la vostra forza, era proprio quello che nel giornale uscito allora per i Combattenti dell’8a Armata veniva giustamente detto di Voi; giovani di ogni classe sociale e di ogni partito, inquadrati sotto le vecchie bandiere dell’ Esercito e sotto le nuove bandiere delle formazioni partigiane a consacrare in perfetta comunità di animi e fusione di forze, la volontà di riscossa del popolo italiano.

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Questo Abruzzo rappresenta e rappresentava una forza viva ed attiva al servizio della Nazione, per cui quando oggi qualcuno pensa  quasi che questi vostri figli, che vanno a cercar lavoro in altre regioni italiane, siano degli ospiti in concorrenza, ignora che i Vostri padri e Voi partecipando alle guerre non difendevate i confini dell’Abruzzo, ma difendevate l’onore e i confini dell’Italia tutta.

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     E voglio, infine, dire che coloro che contribuiscono a rendere non conosciuta o svisata la Resistenza, fanno non soltanto del male, ma svolgono anche un’azione cieca nei confronti di quella che deve essere una regola di vita.

Che cosa è la Resistenza?

     È l’esercizio del proprio dovere davanti alla legalità. Coloro che pure vorrebbero richiamarsi al cosiddetto «ordine»ma che poi esaltano chi, nel momento in cui l’ordine aveva un significato preciso e di legalità, vi si metteva contro e si alleava al nemico invasore, a me pare che abbiano un tale contrasto interiore che veramente mi auguro che le nuove generazioni non possano essere mai ammorbate da confusioni ideali di questa natura.

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     Signori, Patrioti, Comandante Troilo, amici tutti, nelle pagine che hanno segnato il riconoscimento del vostro valore, con testimonianza così autorevoli ed ineccepibili, torna spesso una frase: «L’Abruzzo forte e gentile.». Io desidero esprimere un augurio: che mai nessuno possa sottovalutare, o abruzzesi, la Vostra forza, che mai nessuno possa abusare della Vostra gentilezza!


Da “BRIGATA MAIELLA” di Nicola TROILO